Tra teste di giganti sospese per aria e corpi di troll appoggiati al muro, la prima visita ai Leavesden Studios di Londra per le interviste al cast di Harry Potter, quasi dieci anni fa, mi ha subito fatto pensare che quei set cinematografici non potevano restare ad uso esclusivo degli addetti ai lavori. L’ho fatto notare alla pr inglese che ha risposto: “Qui non siamo mica in America, dove i parchi divertimenti spuntano come funghi”. Immagino sia stata licenziata o messa a fare fotocopie in qualche ufficio senza finestre perché invece nel 2012 quel luogo che ha dato vita su grande schermo alla magia del maghetto è diventato il ‘Warner Bros. Studio Tour London’, a metà tra parco divertimenti e museo. Nel cuore dell’Europa, dove J.K. Rowling ha dato vita, quasi vent’anni fa, alle vicende del bambino sopravvissuto (edite in Italia da Salani), è sorto un business che ha rigenerato il franchise prima ancora del ritorno al cinema con ‘Animali fantastici e dove trovarli’.
Ricapitoliamo il fenomeno in cifre: il settimo libro di Harry Potter ha venduto nelle prime 24 ore 8,3 milioni di copie, secondo i dati Barnes & Noble. Lo spettacolo teatrale a Londra ‘Harry Potter and the Cursed Child’ è stato prolungato varie volte a causa del continuo sold out e della crescente richiesta, gli otto film hanno incassato 7,7 miliardi nel box office mondiale e attualmente il prequel con il premio Oscar Eddie Redmayne, sceneggiato dalla stessa scrittrice, ha già un arco di cinque film. In questo scenario s’inseriscono i parchi a tema: nel 2010 l’attrazione dedicata al maghetto agli Universal Studios di Orlando, in Florida, ha fatto aumentare del 30% il numero dei biglietti e quando anche in quello di Hollywood è stato inaugurato The Wizarding World of Harry Potter la presenza è aumentata del 20% fino a raggiungere una data storica il 3 gennaio scorso. Prima di mezzogiorno e per la prima volta, il parco è stato chiuso per il numero record di visitatori, il massimo consentito nella capienza. Nel 2015 i visitatori sono stati oltre 7 milioni, il 4% in più rispetto all’anno prima, secondo le stime di Themed Entertainment Ass. (TEA), un’associazione internazionale no profit che si occupa del settore. Per far spazio al maghetto, il parco ha impiegato 4 anni ridefinendo il 75% dello spazio.
In occasione del Cinemaster 2016, un evento organizzato dal canale Studio Universal per premiare ogni anno un giovane cineasta con due settimane di master intensivo a Hollywood (lo scorso anno ha vinto il romano 24enne Matteo Gentiloni), Mille Canali ha visitato il parco di Los Angeles e constatato di persona quanto il maghetto lo abbia rivoluzionato, rispetto ad una precedente visita di quasi dieci anni fa. Quella che in gergo viene chiamata una ‘perpetual profit machine’, ossia una macchina per far soldi a ciclo continuo, è in effetti un modo per le case di produzioni di trasformare i diritti nei propri franchise in un fondo d’investimento perpetuo, i parchi divertimenti, che alimentano interesse per gli stessi brand tra cinema, tv e merchandise. Per capirlo basi ricordare che Walt Disney, il precursore di questa geniale trovata, prima ancora di aprire le porte al suo parco ha creato lo show ‘Disneyland’ per promuovere le attrazioni in anticipo. L’inaugurazione del 1955, solo per citare un esempio, ha alzato le aspettative nei confronti del cartone ‘La bella addormentata’ grazie al castello alto 23 metri e mezzo, anche se il film sarebbe uscito in sala solo quattro anni dopo. Anticipare i desideri e realizzarli, d’altronde, sembra essere l’obiettivo principale della macchina dei sogni hollywoodiana, si potrebbe pensare romanticamente e invece no: trattandosi di un’industria si rivolge dove può trarre maggiore profitto e i parchi sembrano una miniera dal filone inesauribile. Ecco perché.
Il castello di Hogwarts nel parco di Hollywood di metri ne misura 40 ed è il centro della ristrutturazione degli Universal Studios costata 1,6 miliardi di dollari per far spazio al maghetto. L’investimento ha fruttato in poco tempo ben oltre le aspettative, dimostrando una crescita di visite molto più veloce rispetto al concorrente parco Disneyworld di Los Angeles, anche se comunque quest’ultimo continua a contare il doppio degli ingressi. In quattro anni Universal Studios Hollywood ha aperto, oltre alla punta di diamante rappresentata da Harry Potter, anche Transformers, Cattivissimo Me, Fast and furious e The Walking Dead mentre l’ultima attrazione a Disneyland risale a Buzz Lightyear Astro Blasters nel 2005 (anche se nel frattempo ha chiuso dieci tra attrazioni e ristoranti per far spazio al nuovo settore dedicato a Star Wars).
L’avventura degli Universal Studios Hollywood risale a più di 50 anni fa, quando il colosso televisivo e cinematografico ha aperto il parco come attrazione di contorno ai set. Solo con l’arrivo dello spazio di Jurassic Park nel 1996 ha davvero pensato di competere con Disney. Basti pensare che il profitto di Comcast, la società che ne è a capo, negli ultimi cinque anni è stato maggiore per il parco divertimenti rispetto a quanto guadagnato dal canale NBC e da Universal Pictures al cinema, le compagnie sorelle. Ecco perché Comcast sta progettando un parco in Cina, in apertura a Beijing nel 2019 con un investimento di 3,3 miliardi di dollari, proprio mentre Shangai Disneyland ne ha impiegati 5,5, assestandosi come il più costoso progetto di sempre in questo campo. Non sono i soli: a Dubai Sony Pictures e Lionsgate sono al lavoro per un’idea congiunta tra vari studi per sviluppare un complesso in grado di tener testa ad una richiesta in continua crescita. Il calcolo è semplice: grazie all’aumento dei mercati emergenti, circa tre miliardi di persone nei prossimi 20 anni arriveranno ad un potere d’acquisto della classe media, quindi questi futuri consumatori impiegheranno maggiori risorse in viaggi e divertimenti. Il processo è già in atto e i licenziatari di alcuni brand sviluppano accordi con investitori sempre maggiori per usare personaggi e storie in cambio di una percentuale sugli introiti.
Si chiama IP, un acronimo che sta per ‘Proprietà Intellettuale’, ed è il concetto-chiave dietro ad ogni nuovo show o attrazione in un parco di divertimenti, ciascuna delle quali costa svariati milioni di dollari e deve quindi basarsi su un nome noto. Ecco perché una casa di produzione del calibro di Universal punta a un ciclo promozionale senza fine dei loro franchise, che passa da cinema/tv a merchandise e, si spera, approdi in un parco divertimenti capace di renderli immortali.
Il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti ha presieduto a gennaio una conferenza stampa per annunciare il numero record di visitatori della città nel 2016 (47,3 mioioni),dato diffuso dal L.A. County Tourism and Covention Board. La location scelta per gli annunci è proprio Universal Studio e non è una coincidenza. Nel suo discorso, infatti, ha citato il forte impatto della popolarità delle attrazioni del parco con particolare riguardo ad Harry Potter, che in meno di due anni ha fatto la differenza nelle sorti del parco. E stavolta la magia ha dato i suoi frutti anche nella terra dei babbani (i non-maghi), ridefinendo il concetto di show business.
The wizarding world of Harry Potter a Hollywood
La sezione del parco Universal Studios di Los Angeles offre attrazioni interattive, dal volo sull’Ippogrifo (montagne russe) allo spettacolo nel negozio di Olivander (peraltro una speciale bacchetta acquistabile in loco attiva 11 simulatori in giro per il villaggio di Hogsmeade e in grado di compiere “magie”) fino a Harry Potter and the forbidden journey, un volo in 3D che dall’interno del castello simula alcune avventure del maghetto, dalla partita di Quidditch agli incontri con creature misteriose nella Foresta Incantata. Dal pub I tre manici di scopa al negozio di dolci di Mielandia si passa al treno Hogwarts Express in partenza dal binario 9 ¾ di King’s Cross a Londra per concludere l’esperienza gustando la speciale Burrobirra. Nei bagni, proprio come avviene nei romanzi, si sente la voce di Mirtilla Malcontenta.
Warner Bros. Studio Tour London
Il tour degli studi Leveasden, facilmente raggiungibili con appositi bus dal centro di Londra, offre una full immersion nei luoghi dove sono stati girati gli 8 film del maghetto. È un viaggio dietro le quinte dei vari reparti, dai costumi agli effetti speciali, che mescola un museo con i veri set, dalla cucina dei Weasley allo studio di Albus Silente, a location come Privet Drive 4 e il bus Nottetempo. Si può passeggiare per Diagon Alley o per la Sala Grande, provare l’ebbrezza di un volo a cavallo della scopa Nimbus 2000 e persino essere spaventati dai Dissennatori sull’Hogwarts Express. Le esperienze interattive si alternano alla visita degli oggetti di scena dove molti trucchi “magici” vengono svelati.
L’articolo è stato pubblicato sul mensile trade “Mille Canali”, numero 471, marzo 2017