A CANNESERIES fioccano le dichiarazioni di intenti. Katheryn Winnick di Vikings loda il binge-watching ma poi ammette che aspetterà l’estate per guardarsi una serie tutta d’un fiato. Cintura nera già a 13 anni, pratica tre arti marziali, ha debuttato alla regia di una puntata della serie nella stagione sei – al collega maschio di turno è successo due anni prima – e si è trovata a dirigere anche cavalli arrivati dalla Spagna. Questione di pedigree? Macché: sono semplicemente addestrati a cadere a comando.
Non ci sono dubbi che l’alpha della giuria di quest’edizione del festival francese sia lei. Impeccabile nei modi, sofisticata nei look e politicamente corretta nelle risposte. Non solo le sue, ma anche quelle che la stampa rivolge ai colleghi. Un concentrato di efficienza, insomma, che bilancia l’entusiasmo genuino di Emma Mackey, che Sex Education di Netflix ha trasformato da debuttante a star già alla fine del pilot.
Qui in Croisette niente succede per caso e persino i vecchietti con le bocce rientrano in uno schema più ampio e glamour, un torneo (The Caesar Challenge) a cui tutti i giurati partecipano con foto di rito, intenti a raggiungere il boccino. L’effetto “Meghan Markle in visita al mercato ortofrutticolo di Notting Hill” è delizioso, soprattutto quando tutti loro si abbracciano davanti ad una fila di yatch del porto. E Miriam Leone non perdere un briciolo di classe neppure quando questi over 80 provano a spiegarle le regole: li guarda tutti come se fossero Premi Nobel per la pace. Che tenerezza!
Baran Bo Odar (Dark), presidente di questo gruppo di artisti – assortito quanto le caramelle potteriane “Tutti i gusti più uno” – confessa che sarebbe voluto arrivare all’evento con una bella maglietta con la bandiera europea, per lanciare un messaggio politico. Qualcuno deve avergli fatto notare che poi avrebbe dovuta farne stampare anche una di scorta, in stile “Persona non grata” di Lars Von Trier e ci ha ripensato.
Nel frattempo l’Hotel Martinez ospita il cast della più strampalata serie presentata a Cannes quest’anno, Now Apocalypse. Basta guardare i giovani protagonisti nudi accanto ad un alieno nel poster per avere una vaga idea di quello che ci aspetta. Ossia: sesso, sesso, sesso e… lucertoloni verdi. Niente guardaroba griffati in stile Carrie Bradshaw, però: questi ragazzotti di Los Angeles tirano a campare con ogni espediente e una di loro si diverte a fare la cam girl e a soddisfare i feticismi dei clienti online. Nella realtà, invece, il fidanzato-fusto aspirante attore tra le lenzuola non è un granché e in una scena a letto in posizione a cucchiaio lei si gingilla con un vibratore perché sa già come andrà a finire la storia. Tutto molto esplicito, ironico e a tratti demenziale, insomma. Zachary Quinto ieri diceva di odiare il termine guilty pleasure, come a dire che se ti piace guardare una serie non deve poi fregartene più di tanto del giudizio degli altri. Beh, in questo caso, l’effetto ipnotico arriva ben prima di questi lucertoloni a metà tra Godzilla e Visitors che gironzolano nella periferia di Hollywood.
Il protagonista Beau Mirchoff è attualmente anche sul set di Good Trouble, delizioso spin-off di The Fosters. No, la serie prodotta da Jennifer Lopez in Italia non ha mai visto la luce, che peccato. La storia di una coppia di donne sposate che adotta e prende in affido un gruppo di ragazzi abbandonati resta un balsamo potente per qualsiasi cuoricino. Il seguito, ambientato nella Città degli Angeli, affronta temi sociali forti, dalla brutalità della polizia al razzismo, dalla bisessualità al body shaming. L’attore in quel caso fa l’avvocato, qui invece tenta la fortuna come sceneggiatore di film young adult, occasionalmente coperto di panna e coinvolgo in un ménage a trois. J’adore!
In attesa della prossima puntata, ecco le precedenti avventure di CANNESERIES 2019:
Day 1, tra star… e alberi di Natale
Day 2, attenti al troll e occhio al Picasso
Day 3: da Cinquanta sfumature made in Spain al gabbiano-ladro
Day 4: Zac Quinto vampiro-equilibrista e i mitra tra le griffe