Non so se Chuck ha salvato NBC, ma voi avete salvato Chuck (Zachary Levi)
La prima volta che ho incontrato Zachary Levi era un po’ triste perché aveva dovuto rinunciare alla barba per girare gli spot promozionali per il telefilm Chuck. Correva l’anno 2010 ed era ospite del Telefilm Festival di Milano. Di quell’intervista ricordo poco, se non la sua camicetta celeste con i volant che mi faceva tanto pensare agli Anni Settanta.
Dopo un incontro con il pubblico dell’evento in cui ha ballato, cantato, fatto imitazioni e abbracciato chiunque, mi trovavo con lo staff della manifestazione, di cui all’epoca facevo parte, per i successivi appuntamenti della giornata. Ad un certo punto sento una sorta di boato provenire dall’ingresso dell’allora Cinema Apollo di Milano, a due passi dal Duomo.
Poche volte nella vita un attore mi ha sconvolto per la generosità, di solito resto perplessa per le stravaganze o il vuoto pneumatico che si sente tra le loro orecchie, invece lui no. Arriva da solo, accompagnato dall’amico fotografo Eric, con cui stava facendo un viaggio on the road per l’Europa, perché ha pensato di non aver firmato abbastanza autografi né parlato con tutti i presenti.
In una sala di centinaia di persone è difficile pensare il contrario. Così abbiamo improvvisato un banchetto di fortuna, senza security ma con un cordone umano di volontari, e lui ha trascorso DUE ore a fare foto e firmare di tutto, dalle tshirt alle braccia. Pensavo lo avremmo dovuto portare al pronto soccorso per rianimargli la circolazione nella mano. In pratica è rimasto lì fino a che non stavano quasi per spegnere le luci e far entrare la ditta delle pulizie.
Non contento, sembrava tergiversare, così l’amministratrice del sito italiano del telefilm lo invita a cena con gli altri fanclub. La guardo e penso: “Figurati se esce con noi ragazzi, anziché andare in un ristorante stellato”. E invece accetta entusiasta e ce ne andiamo tutti in trattoria, come vecchi amici. Evidentemente anche Eric si è divertito davanti a questo risvolto inaspettato della serata e ha scattato la foto che si trova nella gallery in basso, con noi che camminiamo insieme a lui e gli insegniamo qualche parola in italiano.
Basterebbe questo a descrivere il personaggio, invece no: il mese dopo lo rivedo al Festival della TV di Monte-Carlo e gli porto l’intervista. Come da copione, viaggia senza assistenti, agenti, uffici stampa o barbieri e così mette la copia della rivista nella tasca posteriore dei jeans e gira tutto il giorno per il Grimaldi Forum con un giornale che gli spunta dal lato B.
Pensavo di averle viste tutte. Mi sbagliavo: qualche sera dopo ci ritroviamo alla festa di gala per i 50 anni del festival, alla presenza del Principe Alberto II di Monaco. Ci sono due aree: quella vip e quella per noi comuni mortali. Dove ha scelto di gironzolare quella sera Zachary Levi? Non certo nell’Olimpo dei colleghi e così, mentre guardavo il buffet dei dessert come un astrofisico osserva un’equazione che potrebbe valergli il Nobel, me lo ritrovo accanto.
Mi saluta, divertito dal mio sguardo estatico, e mi consiglia il dolce da scegliere. Ecco com’è nato un altro degli scatti presenti in questa pagina. Non l’ho mai pubblicata su nessuno dei social perché a volte la realtà diventa persino più surreale di una comedy ben scritta, ma per augurargli una carriera ancora più brillante, ora che è un supereroe, ho scelto proprio quest’espressione da meme. E per condividere un momento privato che racconta tanto del talento di un artista, ma dice molto di lui soprattutto come essere umano.
Irriverente, pasticcione ma adorabile: il suo alter ego Shazam!, appena arrivato nelle sale italiane, riuscirà a conquistare tutti, e non solo i più piccoli che sperano di diventare grandi con uno schiocco di dita.
Dimenticate Super-Man, Batman e l’Uomo Ragno: nessun eroe riuscirà a mostrare un cuore più puro. Billy è un 15enne speciale, con una storia turbolenta e sei famiglie affidatarie cambiate in pochissimo tempo, ma qualcosa cambia quando scopre superpoteri che possono cambiargli la vita. E in più di un senso, come racconta il trailer:
Uno degli incontri con Zachary Levi è stato documentato dal reportage del Telefilm Festival 2010, pubblicato sul mensile “Telefilm Magazine” n. 63, giugno 2010