In un hotel di Parigi, Josh Hutcherson stava raccontando con Vanessa Hudgens delle sue capacità di sopravvivenza per il film Viaggio nell’isola misteriosa. L’intervista era di gruppo, quella che in gergo si chiama “tavola rotonda” (“round table”), e lui ha risposto: “In questo momento sono particolarmente allenato per queste sfide”. La frase ha lasciato tutti perplessi, io ho alzato le sopracciglia come a dire: “Non sanno cosa li aspetta”. Era la vigilia del fenomeno Hunger Games (tratto dalla trilogia omonima edita da Mondadori), che in molti hanno sottovalutato, in Italia soprattutto, dove hanno fatto uscire il film due mesi dopo gli Stati Uniti. Era successo qualcosa di simile con Twilight: all’epoca alla Festa di Roma i giornalisti parlavano di Buffy, non avendo la minima idea della risonanza degli omonimi romanzi (Fazi).
Quando l’ho rivisto prima del red carpet capitolino, era seduto sul divano accanto a Jennifer Lawrence, l’unica persona al mondo che io abbia mai incontrato con la capacità di dormire ad occhi aperti. Lui parlava e lei annuiva, ma subito dopo essersi tolta i tacchi e aver rannicchiato le gambe su una poltrona, gli ha confessato: “Josh, non sto sentendo una parola di quello che dici”. Era l’epoca de La ragazza di fuoco, il secondo film del franchise, e i fan italiani avevano dormito tutta la notte al freddo fuori dall’Auditorium Parco della Musica pur di vedere da vicino gli interpreti di Katniss e Peeta (con loro c’era anche Liam Hemsworth/Gale, ma il fratellino di Thor si è defilato dalle interviste adducendo un malore, salvo poi ritrovarlo qualche minuto dopo seduto al bar del giardino dell’Hotel De Russie).
Risultato? L’attore in un talk show americano ha detto che quell’esperienza nella Città Eterna è stata la più surreale del tour promozionale perché i fan hanno scavalcato le transenne invadendo il tappeto rosso e per la prima volta in vita sua ha avuto paura per la propria incolumità. Era un tour de force, in effetti, simile a quello che i loro personaggi avrebbero affrontato dopo la vittoria nei giochi della fame. Non a caso Jennifer Lawrence è stata ricoverata a Los Angeles per un crollo subito dopo il giro del mondo per la promozione.
Anche quando ci siamo incontrati nuovamente per Escobar – e l’intervista è finita tra Getty Images (le foto, in alto su questa pagina, sono qui e qui) con Benicio Del Toro a due passi da noi – mi sembrava di aver ritrovato un volto familiare, con il solito sorriso un po’ rassicurante e frastornato.
Quell’immagine rimarrà per sempre uno dei momenti indelebili della carriera, non solo per la surrealtà di ritrovarsi su uno dei siti d’immagini più importanti del mondo ma per la gentilezza di un artista che avrebbe potuto essere schiacciato dall’isteria collettiva di Hunger Games, ma invece ne è uscito con garbo e nessun graffio. Proprio come il suo Peeta, che ha combattuto con la gentilezza una guerra alla Davide versus Golia.
Ed eccolo qui, dal 24 aprile su Amazon Prime Video, con un nuovo progetto, stavolta a puntate, Future Man, che mescola fantascienza e comedy in un mix psichedelico e ironico assolutamente da non perdere.