Fervono i preparativi pre-partenza. Il conto alla rovescia per il Festival di Cannes 2019 è - rocambolescamente - iniziato
Brad Pitt and Leonardo DiCaprio star in Columbia Pictures “Once Upon a Time in Hollywood”

Ah, la Croisette. 

Le amiche, nella settimana prima del Festival di Cannes, mandano messaggi su Whatsapp strabordanti di faccine sorridenti con le stelline agli occhi e una sola parola: “Divertiti”.

L’immaginario collettivo già pensa a cene a lume di candela con Brad Pitt che si lamenta dei costi di mantenimento della Jolie o sullo yatch di Leonardo DiCaprio mentre fa la lista di tutte le specie di balene in via d’estinzione. Le star del film di Tarantino, C’era una volta… a Hollywood, sono come il pezzo forte del circo, l’abito da sposa che chiude una sfilata, la rockstar che si butta dal palco.

Ecco. 

Il menù festivaliero del giornalista freeelancer, invece, come già raccontato qui lo scorso anno, prevede sandwich freddi dal distributore automatico e orsetti gommosi introdotti di nascosto nel reggiseno o tra le pagine dei quaderni nel Palais, il Palazzo del cinema della manifestazione più prestigiosa del pianeta. In pratica è severamente vietato introdurre nella sala principale, la Lumiere, qualsiasi forma di cibo, pena l’esilio a vita dalla manifestazione

Una vocina nella mente si fa avanti da mesi: ‘Sii degna della Montée des marches’, insomma la scalinata con tanto di tappeto rosso che porta al luogo dove la magia del cinema prende vita e le star presentano i loro film.

Bisogna, insomma, non solo selezionare i capi da introdurre in valigia (oltre agli alimenti salva-vita) ma preparare con mesi d’anticipo un piano d’azione con la stessa meticolosità della SWAT.

Fase uno: aprire un blog

Fatto, anche se la gattina della webmaster ha divelto un tasto del portatile. Quello delle virgole, per la precisione, trasformandomi nella figlia illegittima di Joyce. Quando gli articoli sembreranno un flusso di coscienza  varrà la più classica delle giustificazioni: “Prof, il gatto mi ha mangiato il compito”. 

Niente panico.

Fase due: rendersi presentabili al cospetto tres chic dei francesi

Ad una settimana esatta dalla cerimonia di apertura il confronto con lo specchio diventa inevitabile.

E parte il derby in versione glam: meglio la settimana della moda di Milano o di Parigi? Annosa e campanilistica questione… Ecco, qualcosa di simile ma più in piccolo. Il risultato ottenuto finora potrebbe assomigliare allo sguardo inorridito di Jennifer Lopez coperta di Svarowski nei bagni del Met Gala, quando s’imbatte in Katy Perry che cerca di entrare in un panino (il suo costume per la serata a tema Camp, ossia la stravaganza declinata dai ricchi e famosi).

Come sempre nelle questioni glam, viene in soccorso l’esempio di Kim Kardashian che, tra un ripasso all’università e l’altro, ha umilmente ammesso che con l’abito nude della serata al Met non riusciva neppure a sedersi. E ha postato un video backstage che la vede zippata in un corsetto ottocentesco e una guaina quasi totale, stile Spanx ma per professioniste. Si è immolata: essere ‘fescion’ richiede sacrifici.

Con quest’immagine nella mente e nel cuore, l’ingresso nel corner Mac di Cinecittà Due sembra un atto eroico. Alla commessa basta uno sguardo per capire che, più di un tutorial trucco, le si prospetta un restauro della Cappella Sistina.

Scatta la finta nonchalance: ‘Il toner va prima o dopo la crema idratante?”.

La poverina indica un cartello gigante con la scritta ‘Tonico’ e cala il gelo.

Il grande inverno, ma a maggio. 

Dopo due ore di spiegoni della sessione  ‘fast make up’ (ossia come ritornare al top in 5 minuti), alla lista di prodotti da comprare – per compiere il miracolo – manca solo un biglietto di sola andata a Lourdes.

In un attimo ti senti fresca come Amy Schumer dopo una giornata di travaglio.

Ok, non sarà Meghan Markle in Jimmy Choo che ha sbolognato il piccolo Archie al padre, ma in lontananza compare un barlume di speranza: eh no, Belle Hadid di tutto il mondo, state calme.

Non solo Amy ha partorito un giorno prima della duchessa di Suits, ma è scesa dalla macchina sulla via dell’ospedale per spararsi un selfie davanti al Met. E aveva già le contrazioni.

Lei ce l’ha fatta.

Tutto è possibile, allora, anche arrivare al Festival di Cannes 2019 senza sembrare uno dei panda della riserva di Macao. 

Fase tre: sopravvivere (un po’ come negli Hunger Games)

via GIPHY

A due giorni dall’inizio del festival, ormai manca solo il saluto con tre dita di Katniss. O qualcosa di simile.

Come un segno dall’alto, suona il citofono. Il corriere porta il pacco di un’amica campana.

Panico: “Non sarà mica una guaina in stile Kim per incontrare Brad?”. Questa casa è la sede non ufficiale del club della nutella, un oggetto simile non può entrarci.

Sospiro di sollievo: niente pancere o, come le chiamano gli esperti, shapewear: la scatolina contiene una maglietta a mezze maniche con tanti fiocchettini.

Quanta tenerezza.

Poi la rivelazione. Sul retro campeggia la scritta: “#scinnemacuoll“.

Napoli batte Cannes 1 a 0.

Ora sì che si può partire!