Mi sarei voluto chiamare Parigi, il posto dove vivo (Pedro Alonso)
Berlino a bordo piscina impegnato in un ballo scatenato? Neppure la fervida fantasia del creatore de La casa di carta avrebbe potuto prepararmi alla scena a cui stavo assistendo durante una serata del Festival della TV di Monte-carlo. Eppure eccolo lì, Pedro Alonso, in carne ed ossa – e senza maschera di Dalì né tuta rossa d’ordinanza – alle prese con una danza molto sensuale con la fidanzata. Il giorno dopo, durante il ricevimento al Palazzo dei Principi presieduto da Sua Altezza il Principe Alberto e dalla consorte, me lo ritrovo allo stesso tavolo. Stavolta senza microfoni, telecamere o droni mi avvicino e faccio i complimenti alla compagna per gli splendidi orecchini. Li ha comprati da “Chic alors!, una boutique di Parigi, dove entrambi vivono.
La casa di carta 3 arriva su Netflix il 19 luglio (no, non è un pesce d’aprile, guardate il trailer in basso!). Quale modo migliore di celebrare la notizia se non condividendo quel ricordo? Che bella sensazione sedere accanto ad uno dei truffatori più abili della tv, ma senza paura di essere rapita o presa in ostaggio nel Principato di Monaco!
La sua presenza con Alex Pina ha fatto ben sperare in un ritorno in grande stile del suo personaggio e non solo perché scompagina la gang del Professore ma perché dal vivo sembra persino più misterioso e imprevedibile. Un attimo chiacchiera amabilmente con un sorriso affabile e quello dopo punta qualcuno come stesse decidendo quando sorprenderlo in un vicolo buio.
Il suo personaggio ha
scelto come nickname Berlino. Lei su quale città avrebbe puntato?
Mi sarei voluto chiamare Parigi, il posto dove vivo ormai da due mesi con
la mia ragazza e che mi rende estremamente felice.
Questa notorietà
improvvisa le sta dando alla testa?
L’unica cosa che mi lascia spiazzato – perché succede di continuo – è la
richiesta del pubblico di cantare su due piedi Bella ciao. Per me è un
tormento, sono un pessimo cantante e non mi azzardo a intaccare il meraviglioso
significato di queste parole con la mia discutibile performance.
E noi che pensavamo l’avesse usata come suoneria per il suo smartphone…
A essere onesto non ho una suoneria, ho lasciato quella standard del cellulare.
L’intervista integrale è stata pubblicata sul webmagazine del settimanale femminile “Io donna”, qui, il 25 giugno 2018