La più grande città del Canada ha un cuore gigante: questo regno dell’accoglienza si conferma la meta da non lasciarsi sfuggire in autunno. A dispetto delle temperature…

Chi decora in anticipo la casa per le feste è dotato di maggiore empatia e intelligenza. Lo dice la scienza, o così almeno emerge da uno studio recente. Dev’essere giunta voce anche in Canada: in particolare a Toronto i preparativi per il Natale partono già a novembre e la città assume i toni dell’arancio con le foglie cadute per poi gradualmente tingersi di rosso in vista delle vacanze. La più grande città dello Stato, che ha fatto della gentilezza una filosofia di vita, è un inno continuo all’accoglienza. Lo dimostrano le 200 lingue diverse parlate dai tre milioni di abitanti, che diventano il doppio se si conta l’hinterland.

ARIA DI FESTA

Ecco perché una visita in questo periodo è un vero e proprio balsamo per l’anima. No, non è un romanticismo buonista per incantare Santa Claus. Qui ci si sente a casa tutto l’anno, a dispetto delle temperature non proprio miti, ad iniziare dalle procedure per entrare nel paese, che nulla hanno a che vedere con la rigida burocrazia statunitense, solo per fare un esempio, vista la vicinanza geografica. Gli sguardi per strada si aprono spesso in un sorriso caloroso e l’atteggiamento generale di apertura cozza con la generale diffidenza che il mondo sta abbracciando assieme al cinismo. Toronto, insomma, sembra una grande comunità, un quartiere gigante dove ci si considera “vicini di casa” e mai estranei.

HAPPY HOLIDAYS

Quando qualcuno nomina Toronto viene naturale l’associazione alle Cascate del Niagara. Una tappa imprescindibile e mozzafiato, ma non la sola attrazione di una terra accogliente e familiare, a dispetto delle dimensioni.

Le tradizioni dell’Antico Continente vengono festeggiate ancora grazie all’European Christmas Market, nel cuore della città, che dal 15 novembre riunisce artigiani, musicisti e cuochi per far rivivere l’atmosfera informale e rilassata delle occasioni speciali davanti al focolare. Qui Babbo Natale fa capolino il 18 novembre con la Santa Claus Parade, che fin dal 1913 rallegra le vie della città a suon di musica. Lo stesso giorno prende vita un percorso di luminarie a Yorkeville Park che trasforma la zona in uno scintillio di luci e colori. L’albero tradizionale, Calvalcade of Lights, s’illumina invece a Nathan Phillips Square il 24 con dj set e fuochi d’artificio, per anticipare la Holiday Fair in the Square, i mercatini natalizi in piazza che dal primo dicembre accompagnano tutto il cammino delle feste.

CASA LOMA CAMBIA PELLE
L’incantevole Casa Loma, un inno al gotico declinato in quasi cento stanze e cinque ettari di giardini, si trasforma per le feste (a partire da dicembre) con una serie di attività per tutta la famiglia, con le esibizioni dei campioni di pattinaggio sul ghiaccio Glisse on Ice e sessioni di magia con l’illusionista Professor Wick. I più grandi design canadesi rifanno il look alla tenuta nobiliare per le feste decorando anche dieci giganti alberi di Natale. […]

PECCATI DI GOLA
Tra una tappa e l’altra chi ama le pause caloriche si può gustare le “poutine”, patatine fritte con salsa di carne e formaggio fuso, un vero toccasana per il palato che assieme al bacon canadese rappresenta uno dei piatti tipici. Essendo l’acero il simbolo del Canada, non può mancare il tipico sciroppo locale, ideale per i pancake ma perfetto per qualsiasi golosità, comprese le butter tarts, ossia le tipiche crostatine al burro. I più coraggiosi possono lanciarsi nella sperimentazione della pizza locale, spesso condita in modo stravagante, con arachidi, mango o tofu. Per alzare il calice a questa grande nazione dal cuore gentile qui si usa brindare con il Caesar, un cocktail che mescola sugo di vongole e pomodoro. Per gli altri ingredienti, invece, meglio lasciarsi sorprendere.

Claire Foy, Ryan Gosling

UN FESTIVAL “CIVICO”

Il Toronto International Film Festival (TIFF) è il fiore all’occhiello dell’offerta culturale della metropoli canadese. Ogni anno nel mese di settembre raduna gli esponenti di maggiore rilievo del cinema mondiale e i progetti culturali più rilevanti. Nato nel 1976, ormai compete con Cannes in quanto a spessore della proposta e importanza dei progetti ma soprattutto perché, a differenza della Croisette, non ha vocazione elitaria anzi è l’appuntamento più democratico al mondo, dove gli spettatori sono più che benvenuti. Il maggior riconoscimento è dato dal pubblico e quest’anno è andato a Green Book, una storia d’integrazione razziale che ha già spianato la strada per l’Oscar a Viggo Mortensen. L’organizzazione promuove enti benefici e associazioni culturali che favoriscono valori di uguaglianza e integrazione. All’evento culturale lungo dieci giorni lavorano oltre 3 mila volontari, che offrono quasi 100 mila ore del proprio tempo ad accogliere i partecipanti e farli sentire a casa. Convinti che il cinema apra le porte al mondo e allarghi gli orizzonti culturali, i promotori del TIFF moltiplicano ogni anno le sezioni e gli spazi dedicati agli studenti, ai bambini e alle minoranze. La campagna “Share her journey” che supporta le donne davanti e dietro la macchina da presa ha raccolto quasi un milione di dollari canadesi nel 2017 per far sentire le voci femminili nello show business e nella società.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul mensile familiare free press “Acqua & sapone”, numero di dicembre 2018 (sfoglia la rivista qui)