Vorrei che ci fossero i video della premiazione della VII edizione dell’International Starlight Cinema Awards, durante la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2020, che per la prima volta mi ha vista coinvolta come membro dell’Academy stampa con il compito di assegnare i vari riconoscimenti. Un anno che gli inglesi in modo politicamente corretto definiscono “challenging”, una sfida. Io, invece, lo considero “un’eccezione”, una parentesi orribile ma che ha regalato anche momenti di luce. Provo a raccontarlo per immagini perchè quello che è successo il 6 settembre al Lido rimarrà nella mia storia personale come una delle pagine indimenticabili (nella galleria in basso sto premiando Alessandro Gassmann e poso per la foto-ricordo con Franca Valeri assieme agli altri membri dell’Academy).
Trattandosi di una mia esperienza e con il karma burlone che mi ritrovo è successo di tutto e di più, motivo per cui non ci sono filmati di quel momento e sono sopravvissute solo poche foto, buie e sfuocate (il fotografo ufficiale del premio è stato bloccato all’ingresso dello spazio predisposto dell’evento per tutta la durata della cerimonia, nonostante la presenza del direttore del Festival Alberto Barbera (accanto a me nella foto in alto). Ma è risaputo che il ruolo di “guardiano del faro” resta un mistero oscuro perchè non si capisce mai con quali criteri venga selezionato il personale adibito agli ingressi delle location istituzionali.
Chi volesse saltare il mio resoconto rocambolesco può leggere direttamente l’ultimo paragrafo, quello istituzionale sui premiati, gli altri invece possono gustarsi qualche dietro le quinte bizzarro, che in un modo o nell’altro mi vede coinvolta.
C’era una volta…
Partiamo dall’inizio: qualche mese prima di questo evento, ho iniziato un percorso di accettazione di me che ho ribattezzato “Curvy (e sto)“, un inno alla body positivity. Ci sto ancora lavorando, è un work in progress, ma la sola idea di ritrovarmi per la prima volta sul red carpet della Mostra di Venezia mi ha fatto vacillare non poco. Ho capito che fare paragoni con altri corpi e altre presenze sarebbe stata una battaglia infelice e infruttuosa e ho ribaltato la prospettiva. A causa della pandemia, però, non ho potuto viaggiare all’estero per acquistare un bel vestitino della mia taglia, il che mi ha molto rattristato. Ero praticamente in partenza per il Lido quando le artigiane napoletane di FattiFatty mi hanno proposto di mettere il loro estro creativo per celebrare questo evento. Per far arrivare il capo in tempo l’ho dovuto fatto recapitare in un hotel con la complicità dell’amica e collega giurata Paola Casella e così, senza averlo provato e totalmente a scatola chiusa, eccolo qui. Il completo rosa che vedete in foto è speciale perchè tempestato di… chicchi di caffè. Beh, io l’ho trovato simbolico perchè mi ha dato energia, gioia e un pizzico di brio. Questo look non si prende sul serio, proprio come me, anche se fa sul serio. Ovviamente ho chiesto aiuto alle fate madrine di Armani Beauty e Cotril per “trucco e parrucco” ma ero talmente agitata che ho fissato gli appuntamenti due volte ritrovandomi l’appartamento felicemente invaso da professionisti interdetti e, per fortuna mia, molto pazienti.
Superato questo scoglio-immagine pensavo sarebbe filato tutto liscio. Nemmeno per idea.
Oltre all’episodio del fotografo esiliato, sono riuscita ad inanellare una serie di situazioni a dir poco bizzarre. Per scattare foto carine prima dell’ansia da prestazione dell’evento ho chiesto proprio al fotoreporter di fare due foto fuori dallo spazio del Premio. Ovviamente, essendo all’aperto, ho mollato borsa e mascherina e sono uscita.
Errore da principiante: il guardiano del faro mi ha proibito di rientrare e non avevo con me alcun documento che provasse chi fossi. Intanto la cerimonia stava per iniziare, così ho fatto l’ariete e mi sono intrufolata con la forza (complice una stazza non proprio esile).
Nel frattempo i gestori dello spazio in questione hanno pensato bene d’invitare amici e conoscenti, riempiendo un luogo destinato alla premiazione e di per sè ad ingresso contingentato.
Cala il buio, come nei migliori romanzi gialli, e il fotografo non si vede da nessuna parte, ma tutti pensano che abbia trovato una bella angolazione strategica per immortalare l’evento.
Per fortuna, come un deus ex machina, arriva il direttore della Mostra Alberto Barbera che, con la sola forza del pensiero, ristabilisce l’ordine e la pace. Se esiste un Olimpo per i direttori dei festival, che sia subito asceso lì e magnificato per la sua indole benevola, se lo merita.
A seguire, in perfetto stile “il bello della diretta” qualcuno si perde qualcosa di cruciale, ma si riesce a recuperare miracolosamente, fino a che, di gran corsa, si arriva al famoso red carpet. Ops, il fotografo non può entrare. Di nuovo. E così, ancora una volta, rieccoci in una serie di scatti semi-amatoriali, spintonate tra starlette luccicanti che sventano l’invito a passare prima di noi. Sembra una ressa da bar, scatta il panico. Infine, l’ufficio protocollo fa uno dei suoi miracoli e finalmente si svolgono i velocissimi secondi immortalati in queste foto. A me sono sembrati un giro sulle montagne russe, non ci ho capito granchè, ma stando alle immagini sorridevo sfoggiando un’invidiabile poker face. Peccato che non mi piaccia il gioco d’azzardo.
Certo, finora non ho mai scommesso su di me e ho sempre pensato di dovercela fare sempre da sola. Questo racconto dimostra invece che, nonostante tutto, far parte di un team ti salva davvero… e non solo mentre sei sui tacchi e stai per fare un capitombolo davanti al tappeto rosso, ma in generale.
In tanti, tantissimi, hanno contribuito a questa serata, meravigliosamente imprevedibile, ma perfettamente in linea con il mio modo di essere un po’ pasticciato (e pasticciotto) ma, spero, genuino.
E adesso torno seria, con tutti i dettagli del premio.
Il premio
International Starlight Cinema Awards è uno dei premi di cui vengono insigniti i talenti italiani e internazionali durante la Mostra internazionale del cinema di Venezia 2020 (2-12 settembre). I riconoscimenti sono stati assegnati da un’Academy composta assieme ai colleghi giurati, giornalisti e critici cinematografici Paola Casella (socia del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, tra le collaborazioni annovera MyMovies, qui la sua intervista), Francesco Del Grosso (fra i collaboratori di Cinematographe.it), Francesco Gallo (agenzia ANSA), Giuseppe Grossi (in rappresentanza di Movieplayer.it) e Maria Lucia Tangorra (collabora con CineClandestino.it e, tra gli altri, col periodico Red Carpet Magazine, edito in italiano e inglese).
L’evento, prodotto dalla Today di Francesca Rettondini, è stato creato in collaborazione con il press agent Giuseppe Zaccaria. L’edizione 2020 assegna due Premi alla Carriera a Valeria Fabrizi e Massimo Dapporto (qui il foto-racconto della premiazione). Gli altri riconoscimenti, che includono due premi per le maestranze, sono realizzati dal maestro orafo Giovambattista Spadafora nelle varie categorie. Ecco i vincitori: Alessandro Gassmann (migliore attore), Romola Garau (migliore attrice), Luka Zunic (rivelazione maschile dell’anno), Fotini Peluso (rivelazione femminile), Figli (miglior film), Giuseppe Bonito (miglior regia), Gaston Solnicki (miglior autore internazionale), Asif Kapadia (miglior cinema documentario), Cristiano Cucchini (menzione speciale per l’audiovisivo). A completare il palmares, i premi all’eccellenza italiana a Tino Vettorello, al Presidente del Nuovo Imaie Andrea Miccichè (con la partecipazione di Nicolas Vaporidis, qui il foto-racconto della consegna del premio) e per il Sociale ad Antonio Chiaramonte.
Il premio è realizzato in partnership con il Grand Hotel dei Dogi – The Dedica Anthology, destinazione luxury a cinque stelle nel centro di Venezia, a Cannaregio.
Special thanks:
Outfit: FattiFatty
Make-up: Armani Beauty
Hair: Cotril